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Conferencia sobre la lucha de un pueblo

Produzione teatrale

Ideazione e allestimento scenico: Francesco Mugnari
Musiche e direzione tecnica: Nicolas Baggi
Video: Filippo Ficozzi
Relatori: Marina Capezzone, Simone de Fazio, Simona Fossi, Martin Hidalgo, Francesco Mugnari
Direzione Organizzativa: Beatrice Nutini

SINOSSI
La narrazione come testimonianza di passaggio.
Il Viaggio.
L’incontro dei popoli.
Cosa spinge un popolo e il singolo ad andare oltre e ricercare degli stimoli per proseguire nel proprio cammino?
Cosa può nascere dal dialogo e dallo scambio interculturale?
Negli ultimi anni, in Italia, come nel resto dell’Europa e del mondo, stiamo assistendo a forti flussi migratori che incrementano sentimenti nazionalistici e xenofobi. Osserviamo così che mentre da una parte abbiamo la pretesa di considerarci cittadini del mondo super connessi da strumenti tecnologici, dall’altra continuiamo sempre di più, a coltivare il nostro orto recintandolo di filo spinato.
Ma quali sono le vere pulsioni che ci accomunano? Quali sono le reali
necessità di cui ha bisogno l’essere umano? Ci rendiamo veramente conto del nostro quotidiano, oppure siamo illusi da una storia che non è vissuta ma soltanto apparente?

“Conferencia Sobre la Lucha de un Pueblo” (CSLP) è l’inizio di un percorso di indagine che “Teatri Tra i Binari” sceglie di iniziare in seguito alla propria esperienza sul territorio cubano. Ispirati dalle persone, i testi e le immagini incontrate, grazie al progetto “Raices Comunes”, si apre un ciclo di conferenze performative che possano incontrare una vasta gamma di luoghi e situazioni. Tra le prerogative risulta importante sviluppare un dialogo tra pubblico, attori e cittadinanza. Attraverso incontri, performance, laboratori e seminari, si cercherà di sviluppare varie attività che possano mettere in luce le difficoltà che un popolo e i suoi singoli cittadini, affrontano nella giungla di una modernità sempre più distaccata dal concetto di solidarietà per la difesa del proprio individualismo.
Partendo dall’utilizzo dei testi di Ulises Rodriguez Flebes, drammaturgo matanzero contemporaneo, che offre con le sue parole e le sue immagini, una lampante immagine della Cuba odierna, si sviluppa un momento di ricerca e di indagine su alcuni dei problemi della modernità.
Primo fra tutti il concetto del Viaggio. In questo periodo storico, per una terra come l’Italia, ma anche per Cuba stessa come per il resto del mondo, assistiamo a forti flussi migratori, i quali producono, una vasta gamma di azioni e reazioni tra le popolazioni. Per questo progetto performativo si ha la necessità di indagare su quelle che sono le motivazioni sociali o personali che spingono l’essere umano ad affrontare lunghi viaggi spesso senza ritorno.

Si tratta di una conferenza con tutte le caratteristiche istituzionali che si possono incontrare in questo tipo di attività. Tuttavia il distacco che spesso si percepisce tra i relatori e il pubblico, viene rotto da interventi critici di alcuni dei relatori e uditori partecipanti alla conferenza. . L’incompatibilità linguista, il confronto con i temi e le abitudini delle varie parti del mondo, entrano in collisione lasciando l’uomo e la donna spogliati di fronte alla loro umanità.
Quanta differenza può esistere nel profondo tra le frustrazioni che la cittadinanza occidentale affronta nella crisi delle emozioni connessa alla modernità e la forza che spinge un cittadino qualsiasi del mondo, nel mettere a repentaglio la propria vita in vista di una possibilità di riscatto sociale?
Un oceano. Ecco che subito ci troviamo di fronte ad un lampante scenario di storie di uomini e donne che cercano di destreggiarsi nella loro esistenza dimenticandosi spesso quale siano i reali bisogni di un essere vivente su questa terra.
Da una parte troviamo una civiltà che viene sconfitta da queste flotte di cittadini costretti a scappare, dall’altra la sconfitta di uno paese che non riesce ad aprire la propria organizzazione sociale e culturale a queste energie che chiedono asilo e possibilità.

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